Gianriccardo Piccoli

 

1.12.1990 - 20.01.1991
a cura di Paolo Biscottini
Villa Reale - Monza

Tratto dal testo di Paolo Biscottini

Il Trittico del centro, l'opera più recente di Gianriccardo Piccoli, consente sia di verificare un processo attuativo, sia di valutare la qualità disvelante della pittura.
L'idea di giungere ad un'unità compositiva anche mediante l'accostamento di pezzi distinti non è nuova in Piccoli, come dimostrano già alcuni lavori presentati all'Internazionale d'Arte Contemporanea del 1989, che contenevano le prime addizioni di materiali come enfatizzazione della pittura e della fiction. Più recentemente, nella citata mostra della Galleria Matasci, il tema dell'addizione suscitava quello dell'accostamento e dell'incastro, con la conseguente rinuncia alla fiction per una più coraggiosa scelta di marcata compenetrazione. In ogni caso sussisteva l'equivoco formale, quasi che l'artista andasse in cerca di pretesti compositivi per non affrontare più coraggiosamente il problema, per altro molto avvertito e financo sofferto, della necessità di un adeguamento linguistico alla maturazione artistica ed umana che il colore e la luce già evidenziavano.

Nel Trittico del centro il tema è quello suggerito dal titolo, dell'insistenza di un punto o luogo valore nel disfarsi dello spazio e delle cose. Un diritto di cittadinanza suscitato dallo spaesamento e nonostante esso, quasi a dichiarare non un'intenzione ma una realtà, anzi l'unica realtà sopravvissuta.

Di qui una calma nuova, in cui i brani ancora narrativi - zone di sedimentazione informale appaiono come residui di una pittura ormai lontana, che riflette una concezione dell'arte come narrazione di un proprio e domestico mondo, tutt'altra cosa rispetto all'attuale evocazione della distante profondità dell'essere. E' così che ogni processo diaristico, percorso dall'incessante ritmo narrativo - visibile ancora in Alla sera approdo terminale dello sviluppo figurativo dei primissimi anni ottanta, viene ormai raffreddandosi venendo meno l'urgenza del dire e del dirsi per un avvenimento i nuove e sintetiche necessita rappresentative.
I ritmi verticali del Trittico costituiscono, unitamente alle ombre che la pittura proietta sui bianchi ed allee deboli geometrie che pure scandiscono vasto spazio dipinto, la dimensione astratta di quell'unità che Piccoli dice esistere "solo in quanto tu ce l'hai dentro" e che consiste nel dare cittadinanza alla propria visione del mondo. In essa perde di senso ogni tendenza aneddotica ed ogni descrittivismo perché anche il particolare vale ad aperture più grandi ed ariose dai lenti e composti valori lineari.